La vocazione di San Matteo è un episodio cruciale nel Nuovo Testamento, narrato nei Vangeli sinottici (Matteo 9:9-13, Marco 2:14-17, Luca 5:27-32). Descrive il momento in cui Gesù chiama Matteo, un esattore delle tasse, a diventare suo discepolo.
Contesto:
Matteo, anche conosciuto come Levi, lavorava come publicanus, ovvero un esattore delle tasse per l'Impero Romano. Questa professione era generalmente malvista dagli ebrei, che li consideravano traditori e corrotti, in quanto collaboravano con l'oppressore romano ed erano accusati di estorcere denaro.
L'Incontro e la Chiamata:
Gesù vide Matteo seduto al banco delle imposte e semplicemente gli disse: "Seguimi". Matteo, senza esitazione, si alzò e lo seguì. Questo atto di obbedienza immediata sottolinea la potenza della chiamata di Gesù e la disponibilità di Matteo ad abbandonare la sua vita precedente.
Il Banchetto e la Controversia:
Matteo offrì un banchetto in casa sua, invitando molti altri publicani e peccatori. I farisei e gli scribi criticarono Gesù per aver mangiato con persone considerate impure e peccaminose. Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Questa risposta rivela la missione universale di Gesù e la sua volontà di accogliere anche i più emarginati. L'affermazione di Gesù dimostra che la sua chiamata è rivolta a tutti, anche a coloro che la società esclude. Questo concetto può essere collegato all'idea della grazia%20divina e al perdono.
Significato:
La vocazione di San Matteo ha un significato profondo e multifaccettato:
La vocazione di San Matteo rimane una fonte di ispirazione per i cristiani di ogni tempo, incoraggiandoli a seguire Gesù e a testimoniare la sua misericordia e il suo amore nel mondo. È un esempio di come Dio può trasformare le vite e usare persone inaspettate per compiere la sua volontà. L'importanza di seguire%20cristo è centrale nel messaggio.